giovedì 18 ottobre 2007

San Camillo, ecco i tagli Dimezzati due reparti


di Antonella Aldrighetti - giovedì 18 ottobre 2007

La riorganizzazione della rete ospedaliera romana, attuata dalla giunta Marrazzo a suon di tagli tra strutture di degenza e semplici ambulatori, parte dal San Camillo-Forlanini. Si punta a dare presto un’altra destinazione a complesso polifunzionale. Una direttiva che fa parte integrante della «terapia» somministrata già da qualche giorno al nosocomio. Si inizia col tagliare i posti letto in reparti essenziali e di primaria specialità: 18 posti letto a Cardiologia (dove passano da 38 a 20) e altri 12 a Epatologia (da 26 a 14). Qui addirittura la direzione medica di presidio ha stabilito, già da due giorni fa, «la necessità del blocco delle accettazioni fino al raggiungimento della dotazione indicata». In poche parole fino a quando il numero dei posti letto occupati dai pazienti non sarà almeno di 13 - uno in meno del massimo consentito - non si potranno acquisire nuove degenze. Eppure l’unità di Epatologia - come risulta dagli atti sanitari - non si occupa semplicemente di curare le cosiddette epatiti virali ma di tutte quelle patologie delle vie biliari e pancreatiche e, in particolare, della cura del tumore al fegato. Il reparto vanta collaborazioni con l’Istituto superiore di Sanità e con altre divisioni di oncologia e chirurgia oncologica del territorio nazionale.

«Al San Camillo è in atto una riduzione forzosa e immotivata dei reparti di Cardiologia e Epatologia: in particolare su quest’ultimo si sta agendo con la solita logica del depotenziamento delle strutture con la conseguenza di un indebolimento che ne giustifichi in un secondo momento ulteriori riduzioni se non la chiusura - accusa il vicepresidente della commissione Sanità, Stefano De Lillo (Forza Italia) -. È un fatto grave perché, data l’efficienza attuale del reparto, i tagli ai posti letto devono essere giustificati ovunque li si proponga, nel pubblico come nel privato: non è pensabile che una riduzione di posti letto, e dunque di efficienza, possa essere ordinata dalla direzione della azienda ospedaliera senza una giustificazione di carattere tecnico-scientifico ma solo in base a logiche burocratiche che distruggono e non costruiscono né mantengono in efficienza il sistema sanitario del Lazio. Il caso del San Camillo deve far riflettere perché è un esempio eclatante della irrazionalità dei tagli annunciati dall’assessore Battaglia senza nessuna evidente correlazione né con il fabbisogno sul territorio né soprattutto con quel risparmio che dovrebbe giustificarli».
Intanto non è chiaro il destino del Forlanini, la cui chiusura è già avallata dal direttore generale Luigi Macchitella. Non sono chiari però i tempi del trasferimento del servizio sanitario dal Forlanini al San Camillo. Contestualmente viene nominata pure la commissione che dovrà vigilare sulla procedura negoziata per l’avvio dei lavori in questione.

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