mercoledì 11 luglio 2007

Troppe interruzioni di energia elettrica provocate da guasti


di Redazione - mercoledì 11 luglio 2007

Il centro storico di Roma sotto scacco per l’ennesimo incendio dei cavi Acea. Blackout totale per il Campidoglio, la Prefettura, la sede della Provincia, ministeri e Parlamento, uffici e negozi. Fontana di Trevi spenta, stessa sorte per i semafori da piazza Venezia a via Nomentana, l’illuminazione stradale è mancata nei rioni e suburbi del centro venerdì scorso, e in forma programmata sabato e domenica. 15 mila utenze telefoniche di Telecom, Wind ed altre società minori (reti ottiche della Colt e della Sirti etc.) sono rimaste interrotte per oltre 40 ore. La causa? L’incendio di alcuni cavi elettrici di media tensione (da 20.000 volt) di Acea-Distribuzione e il conseguente blocco della cabina di distribuzione Astalli. I tecnici dell’azienda elettrica hanno smentito il surriscaldamento per eccessiva richiesta di energia. «Al momento dell’incendio (ore 16,02) - hanno spiegato - il livello era ampiamente nella norma: il consumo era di 1.900 mega watt».

La crisi di nervi viene dal fatto che non è la prima volta che disastri del genere avvengono in città. Solo qualche mese fa, esattamente a marzo scorso, un altro incendio dei cavi elettrici lasciò mezza città al buio: da Laurentino all’Eur, da Torrino a Trigoria, dalla Montagnola alla Cecchignola fino a Torpagnotta. Anche in quel caso 30mila utenze furono coinvolte. Ben sette squadre dei vigili del fuoco furono impegnate per liberare le persone intrappolate negli ascensori e bonificare i tombini dell’Eur invasi dal fumo dei cavi bruciati. I vigili urbani dovettero agire per almeno quattro ore per sbrogliare il traffico impazzito all’Eur e dintorni, sulla Cristoforo Colombo, via Pontina e via Laurentina.

In ultimo, come trascurare il grave incidente sul lavoro verificatosi la settimana scorsa? L.R., operaio dell’Acea impegnato in una cabina elettrica «non a norma» all’interno della scuola elementare Giovanni Cagliero al Tuscolano, è finito al centro ustionati dell’ospedale Sant’Eugenio perché un vecchissimo interruttore gli è esploso in faccia. Un’ulteriore dimostrazione che con la corrente elettrica non si scherza. La gestione di una rete elettrica complessa necessita di alte professionalità, di investimenti per le manutenzioni e per la prevenzione degli infortuni. Il personale afferma che sta succedendo il contrario, mentre l’A.D. Andrea Mangoni a maggio scorso, in occasione dell’assemblea degli azionisti, ha comunicato che «cospicui investimenti sono in corso per ammodernare e potenziare le reti di distribuzione, recuperando ritardi che deprimevano l’affidabilità del servizio e innalzavano sensibilmente i costi delle manutenzioni e delle riparazioni. Con le reti di distribuzione potenziate e ammodernate, Acea affronta la caduta dell’ultimo diaframma che ancora separa il mercato dell’energia elettrica dalla piena liberalizzazione». Tuttavia, si allarga la distanza tra le dichiarazioni e la realtà.

*Presidente assemblea dei piccoli azionisti Acea

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