Il vicepresidente della Commissione europea Franco Frattini ha espresso il suo disappunto, durante una conferenza stampa mercoledì a Bruxelles, per l'insufficienza dei mezzi che i Ventisette hanno messo finora a disposizione dell'iniziativa «Frontex» per il pattugliamento congiunto d'alto mare del Mediterraneo, quest'estate, in funzione di controllo dell'immigrazione clandestina (Operazione «Nautilius II»). «Mi avevano promesso 115 navi e 25 elicotteri, ma finora le navi messe a disposizione sono solo una ventina, e tre o quattro gli elicotteri: dove sono gli altri? C'è bisogno di tutti i mezzi che sono stati promessi», ha detto Frattini, ricordando che finora hanno risposto all'appello solo la Francia, la Germania, la Grecia, Malta e, in parte, la Spagna. «Non ancora l'Italia, purtroppo, ma credo che ci sarà», ha osservato il commissario.
Quanto ai paesi in ritardo nel rispondere all'appello, il commissario ha osservato, a margine della conferenza stampa: «La Spagna alla fine si è attivata, ma l'Italia ancora no. E' necessario che il maggior numero possibile di paesi membri partecipino al pattugliamento congiunto in Mediterraneo. Malta non può essere lasciata sola: dobbiamo migliorare la condivisione degli oneri e la solidarietà europea». Frattini ha poi riferito di aver parlato della questione recentemente con il ministro degli Interni italiano, Giuliano Amato. «Mi ha promesso - ha concluso - che darà le istruzioni necessarie. Le aspetto». «L'Italia è uno dei paesi che ha maggiore interesse a che l'attività di «Frontex» abbia successo e ha il preciso dovere di rompere gli indugi ed impegnare immediatamente le risorse ed i mezzi per cui ci si era impegnati», ha aggiunto a commento della notizia proveniente da Bruxelles l'onorevole Jole Santelli responsabile sicurezza e immigrazione di Forza Italia. Insomma, il Ministro Amato non solo promuove, in compagnia del ministro Ferrero, un provvedimento lacunoso in materia di immigrazione ma addirittura non mantiene le promesse in ambito comunitario e non sostiene materialmente le iniziative europee per contrastare la tratta dei clandestini focalizzata, soprattutto d'estate, nelle acque del Mediterraneo e quindi a ridosso delle nostre coste.
Come se non bastasse, nella stessa giornata di mercoledì si è appreso direttamente dal ministro Ferrero che il Ministero della Solidarietà Sociale punta al superamento dei campi nomadi «al fine dell'inserimento nel tessuto abitativo normale all'interno del territorio». Lo stesso ministro ha anche ricordato che non compete al Ministero intervenire sui campi nomadi perché questo compito spetta a Regioni, Province e Comuni, ma che si sta predisponendo un decreto per la definizione della spesa di 50 milioni per il fondo di inclusione sociale dei migranti. «Prevediamo di fare un intervento sui campi nomadi - ha sottolineato Ferrero - ed inizieremo con un intervento sperimentale che punta al superamento dei campi per riuscire, anche attraverso l'autocostruzione, ad inserire i nomadi in un tessuto abitativo "normale"». Questo tipo di inserimento - ha osservato ancora il ministro - ha dato «buoni frutti dal punto di vista dell'integrazione» in altri Paesi europei. Facendo poi riferimento ad una precisa domanda, Ferrero ha concluso dicendo: «Purtroppo i fenomeni di aggressioni e di conflitti tra nomadi e popolazione residente sono avvenuti in situazioni anche di campi legali e non sempre la popolazione italiana ha fatto una splendida figura». Ci si chiede: a cosa si riferisce il Ministro della Solidarietà sociale quando parla di «autocostruzione»? Ad alloggi costruiti direttamente dai nomadi nel tessuto abitativo delle città? E con quali criteri di sicurezza costruirebbero? Quali sarebbero le ricadute sul mercato immobiliare e sul patrimonio dei proprietari degli appartamenti nelle zone cittadine interessate dall'operazione e soprattutto perché discriminare i cittadini italiani che rivendicano lo stesso diritto alla casa? Invece di districarsi in complicate acrobazie architettoniche sarebbe più opportuno che il Ministro Ferrero si prenda la responsabilità di sollecitare presso le amministrazioni comunali «amiche», come ad esempio quella capitolina, la predisposizione di un serio e concreto «piano casa> in grado di rispondere alle istanze dei cittadini italiani che da anni oramai «vegetano» inutilmente nelle graduatorie per le assegnazioni delle cosiddette case popolari.
Ci si chiede inoltre: ma il sindaco Ds di Roma, Walter Veltroni, che sta predisponendo un piano per portare i campi nomadi presenti nella Capitale fuori dal Grande Raccordo Anulare e stipula accordi in Romania per un rientro in patria (non coatto) di quanti più nomadi possibile, condivide le proposte del Ministro Ferrero, esponente di spicco di Rifondazione Comunista?
Antonio Maglietta
venerdì 8 giugno 2007
Immigrazione: Veltroni condivide le proposte di Ferrero? di Antonio Maglietta - 7 giugno 2007
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