venerdì 6 aprile 2007

"Telecamere inutili e dannose!" Presentata un'interrogazione parlamentare.

Le telecamere sulla via Salaria (come deterrente alla prostituzione) non piacciono a nessuno: residenti, automobilisti di passaggio, portavoce del governo e, ora, anche ad esponenti dell'opposizione. Parte infatti da Forza Italia un'interrogazione parlamentare che punta a tutelare la privacy delle persone comuni che potrebbero finire nel tritacarne del pubblico ludibrio. O, peggio ancora, vittime di ricatti privati. «È impensabile che una città come Roma», spiega l'onorevole Simone Baldelli, primo firmatario della richiesta di spiegazioni al governo, «si stia trasformando in una specie di Grande Fratello e che circolino così tanti dati particolarmente sensibili. Visto che il garante della privacy si è pronunciato in passato su questo tema e che più di recente si è fatto un gran parlare di tutela della privacy per alcuni personaggi famosi, noi vogliamo garanzie dal governo per tutelare i cittadini comuni, che probabilmente hanno meno strumenti per difendersi da eventuali abusi». Le possibili conseguenze di una multa per divieto di sosta o intralcio al traffico in via Salaria, sulla Cristoforo Colombo e in via Palmiro Togliatti sono ovvie: come minimo una crisi coniugale. Ma il timore è che qualcuno potrebbe perfino andare oltre. I recenti fatti di cronaca giudiziaria lo dimostrano: gli spioni si annidano in qualunque azienda. E allora ecco che come niente un dipendente corrotto potrebbe servirsi di quei dati per ricattare un comunissimo padre di famiglia, terrorizzato dall'idea di essere messo alla porta dalla moglie. Nell'interrogazione presentata due giorni fa da Forza Italia, promossa dall'onorevole Baldelli e co-firmata da Francesco Maria Giro ed Elisabetta Gardini, si legge anche che «nel provvedimento adottato dal Comune di Roma non è possibile riscontrare alcuna delle indicazioni ravvisate dal Garante». Il 29 aprile del 2004 era infatti stato stabilito che «la rilevazione delle immagini può avvenire senza consenso qualora sia effettuata nell'intento di perseguire un legittimo interesse del titolare o di un terzo, attraverso mezzi di prova o perseguendo fini di tutela di persone e beni rispetto a possibili aggressioni, furti, rapine, danneggiamenti, atti di vandalismo, o finalità di prevenzione di incendi o di sicurezza del lavoro». La scelta dell'amministrazione comunale di Roma, perciò, «viola pesantemente la privacy dei cittadini», secondo quanto si legge nell'interrogazione parlamentare, «in quanto incide in maniera invasiva nella sfera privata del singolo». Per questo Baldelli, Giro e Gardini chiedono al governo che siano «censiti tutti gli attuali sistemi di sorveglianza (...), provvedendo a rimuovere con urgenza tutti quelli non in linea con le indicazioni espresse dal Garante». In attesa di risposte, la battaglia sarà sostenuta e rilanciata a livello locale dal consigliere comunale di Forza Italia, Giovanni Quarzo. Nel frattempo, la questione è stata sollevata anche da Gianluca Quadrana, capogruppo della Rosa nel pugno al Comune, che commenta così le restrizioni sulla Salaria: «Non capisco da quale cilindro da prestigiatore escano certe iniziative. Prima le telecamere, ora le multe e gli opuscoli antiprostituzione, quindi il divieto di circolazione per gli automobilisti che non risiedono nella zona, in pratica una sorta di coprifuoco. Invece di rifarsi alle delibere e alle azioni intraprese dalle grandi capitali europee per cercare di risolvere la questione», aggiunge Quadrana, «si fanno proposte che inevitabilmente ledono i diritti dei cittadini e sono costose per l'erario».

-----articolo di R.Catania, dal quotidiano Libero del 06.04.07------

1 commento:

Anonimo ha detto...

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Grazie
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Michela